Capire/Percepire. Strumento di distrazione di masse
Ci ritroviamo in quattro persone, a casa, per sorbire un gelato, dopo cena.
E’ agosto e il condizionatore sparge generosamente forzata freschezza in ogni angolo della casa. Noi, proprietari delle rinnovata abitazione, fieri della idonea spesa, vantiamo i vantaggi della frescura indotta che però gli ospiti trovano, ognuno a proprio modo, eccessiva, chi lievemente chi maggiormente, rispetto alla propria personale percezione, e noi stessi la troviamo idonea o non così rispetto le aspettative.
Allo stesso modo mi ritrovo nella lettura di sconcertanti avvenimenti e, se possibile, di ancor più travolgenti postumi di questa estate 2018, laddove rilevo quanta distanza vi sia tra la percezione di quanto accada, quando crolla un ponte che uccide quarantatre persone e devasta una città e destabilizza una nazione ed il capire perché ciò sia avvenuto che richiede uno sforzo intellettuale ma prima ancora morale, del quale non vedo adeguata espressione .
Il daltonismo è un difetto genetico del cromosoma X che impedisce di percepire correttamente dei colori, e affligge 0,25% circa della popolazione con punte sino al 4%, ma se giungesse ad essere il 98% verrebbe derubricato a caratteristica genetica ed il suo contrario diventerebbe un difetto?.
Una società evoluta, quale da bambino credevo fosse la nostra, dovrebbe decisamente rivedere i poteri attribuiti ai rappresentanti politici, laddove l’anima popolare, che si esprime attraverso l’uso quotidiano di piattaforme virtuali, è una massa ondivaga che, ripartita in torrenti tumultuosi, esalta o deprime personaggi di una qualche situazione quotidiana, per poi confluire o al contrario risalire e defluire, rispetto ad aspetti sportivi, emozionali, politici, ma sempre sulla superfice dei polpastrelli e delle ciglia, raramente dando spazio alle emozioni più ragionevolmente profonde e razionali. Appena una lieve percezione e subito scatta la rappresaglia, senza dare tempo e spazio all’azione salvifica del capire che introduce metodi e modalità tecnica.
E’ l’illegalità morale dello schermo che difende il moderno untore e gl’impedisce di percepire i differenziali umani, i quali anziché relegarlo ad oggetto di scherno, lo arricchirebbero nello scambio e nel tendenziale raggiungimento del benessere relazionale.
Sempre più spesso però abbandoniamo le persone che ci sono più prossime nei tentacoli del mostro tecnologico, che sta così evidentemente condizionando il nostro vivere, quasi senza abbozzare alcuna difesa, anzi accettandone le false motivazioni seppure, a mia personale conoscenza, permangano sacche, non organizzate ne strutturate, di umanoide resistenza, ahimè sempre più deboli ed inflazionate.
Wikipedia: “nella sua giovinezza, Bradbury fu un testimone dell'età d'oro della radio, mentre la transizione all'età d'oro della televisione iniziò all'incirca quando cominciò a lavorare sulle storie che l'avrebbero condotto a Fahrenheit 451. Bradbury vide questi media come una minaccia alla lettura dei libri, come una minaccia alla società, perché possono costituire una distrazione dalle questioni più importanti”…
Distrazione?!!