Lazio/Anna F. e responsabilità collettive
Persone stupide hanno firmato, per l’ennesima volta, il registro della propria appartenenza ad esseri al confine con l’umano.
Il mezzo mediatico, visto l’ambito in cui il fatto è stato commesso, una partita di pallone (!!) ha ampliato a dismisura l’eco delle malefatte tanto che hanno (ovviamente) aperto fascicoli i magistrati, hanno parlato politici, hanno deposto alla Sinagoga corone di fiori presidenti di squadre, si sono prodotte riprese, con adeguati sdegnati commenti tv in diretta e programmi in studio, per stigmatizzare, condannare essere solidali e via dicendo. Un politico di razza ha proposto di far giocare, il prossimo turno di campionato, tutte le squadre con una maglia in cui al logo dello sponsor sia sostituita la stella di David.
La Lega Italiana Giuoco Calcio ci penserà.
Un giorno spensierato della mia gioventu’ scolastica, la lezione dell’insegnante d’italiano venne bruscamente interrotta da un brusio proveniente dalla radiolina (ve le ricordate le radioline? Con l’auricolare) di un mio compagno di classe. L’anziana insegnante, un po’ sorda e presa alla sprovvista, ma rigorosa e inflessibile, nell’impossibilità di individuare il responsabile della situazione decise di punire tutta la classe. Difronte questa rappresaglia decisi di farmi avanti e mi assunsi la responsabilità del gesto, pur non essendone l’autore, confidando che il mio compagno, vista la situazione avrebbe confessato. Ma così non fu. Mentre stavo per subire la penalità prevista intervenne però una mia compagna che intercesse presso l’insegnante dichiarando la mia innocenza senza però saper indicare il reale colpevole. La pena venne sospesa, la classe se la cavò con una ammonizione (“non accada mai più”), io ne ricavai prestigio e la riconoscenza del colpevole, che non ebbe il coraggio di autodenunciarsi neppure a fronte della condanna di un suo compagno innocente.
Perché tutti i giocatori con la maglietta di Anna F. o con la stella di D.?
Perché tutti colpevoli, perché nessuno paghi?
Avanzo, come si dice, una proposta:
i calciatori della Lazio giocano indossando la casacca a strisce, con tanto di numero sul petto e stella a sei punte al braccio, che andava assai di moda da Buchenwald a Mauthausen, ed ai tifosi il numero di biglietto lo stampiamo sull'avanbraccio .
Anna F. nei suoi verdi quindici anni pagò colpe non sue e subì privazioni, sperimentò paure ed emozioni, che seppe raccontarci nel suo Diario, cui siamo grati.
Forse il suo sorriso si sarebbe spento ugualmente se fosse sopravvissuta all’orrore per sprofondare in un mondo nel quale per i gesti folli (…) non vi sono mai colpevoli ma solo risentimenti e pentimenti collettivi.
Si tentò di giocare questa carta anche durante il processo di Norimberga: tutti colpevoli, nessun colpevole.
Il Tribunale non la pensò così.