Galliano Moreale

Francobolli

Francobolli
Di Ricardo Eliécer Reyes Basoalto, figlio di José del Carmen Reyes Morales, noto con lo pseudonimo di Pablo Neruda, Massimo Troisi-Ruoppolo era il postino personale. Ricardo Eliécer Reyes eccetera ristretto in esilio nell’isola di Capri era l’unico utente del postino Massimo Ruoppolo-Troisi.
Per quanta corrispondenza ricevesse giornalmente, perlopiù lettere provenienti da vari Stati esteri, scritte con grafia minuta da eleganti dame argentine o vigorosamente vergate da dotti colleghi universitari americani ed europei, seppur ammaliato dalla poetica del film, non potevo non chiedermi come i diritti prepagati a mezzo di un piccolo rettangolo fustellato, appiccicato sulle buste, potessero bastare a mantenere il locale ufficio postale e retribuire il latore delle missive.
Di rientro da un viaggio all’estero, ma all’interno della UE, mi accorgo di avere portato con me, in Patria, un francobollo acquistato in una tabaccheria unitamente ad alcune cartoline, che però non ho fatto in tempo a spedire, a causa della mia pigrizia che talvolta mi pare endemica, nell’accezione di diffusa e radicata. Rigiro quindi tra le dita il francobollo estero, valore facciale € 0,70, con un senso di frustazione, anche a causa di un deficit di conoscenze sul funzionamento del servizio postale.
Potrò utilizzarlo per spedire una lettera in Italia? O commetterò un qualche tipo di violazione se non un reato?
Mi viene in soccorso Wikipedia
Il francobollo è una carta-valore, stampato da una parte e gommato sul retro, viene adoperato dall'amministrazione postale autorizzata dallo Stato emittente e rappresenta la prova del pagamento anticipato per prestazioni quali la spedizione di una lettera o di un pacco ad un destinatario.
Data la natura di valori emessi da uno Stato la contraffazione dei francobolli è un reato.
Il francobollo “moderno” è ancora quello ideato dall'inglese Rowland Hill, tradizionalmente è in carta, di forma quadrangolare, da incollare all'oggetto di una spedizione postale. In rari casi sono stati prodotti francobolli di altre forme, rotondi (Nuova Zelanda), triangolari, pentagonali o di forma non geometrica come nel caso dei francobolli a forma di frutta di Sierra Leone e Tonga. Raramente sono stati anche prodotti francobolli non di carta, come i francobolli della Svizzera fatti parzialmente di pizzo o della DDR composti da fibre sintetiche. Sono stati inoltre emessi francobolli su lamine metalliche.
La Repubblica Italiana il 2 luglio 2007 per commemorare il patrimonio artistico rappresentato dalla Basilica di San Vincenzo in Galliano di Cantù ha emesso un francobollo in legno impiallacciato di betulla.
Nel corso dei secoli il francobollo è stato preceduto da numerosi precursori. Già nel 1608 la Repubblica di Venezia aveva adottato un sistema di tassazione detta "Tagli delli Soldi Quattro per Lettera"[6] che consisteva nell'emissione di un vero e proprio foglio di carta con sopra stampigliato il Leone di San Marco fra le lettere "A" e "Q". Questo foglio doveva essere usato per accompagnare una lettera o come supporto per scriverla (nel qual caso veniva poi ripiegato su sé stesso) e la tassa riscossa andava versata direttamente al "daziere".
Nel 1750 in Cina venne escogitato un sistema di pagamento anticipato della tassa sulla corrispondenza consistente in buste di differente colore e tre tipi di iscrizioni: per l'estero, per l'interno ed in franchigia. Tali buste erano poi usate per contenere le lettere.
Nel Regno di Sardegna fece la sua apparizione nel 1818 la "carta postale bollata", un foglio di carta da corrispondenza con la tassa di porto prepagata, ribattezzato "cavallino" in quanto raffigurante un messaggero a cavallo.
Ma perché tediarvi con tutto questo?
Perché ebbi l’idea, maligna, di conservare in un cassetto il valore postale e di sostituirlo con una copia, fatta in casa, senza fustellatura, rappresentante delle persone di famiglia. Poi ebbi l’ardire di appiccicare tale manufatto, stampato a colori, su di una cartolina postale ed affidarla alla consegna del servizio postale a ciò preposto. La cartolina, debitamente timbrata, venne regolarmente recapitata ed il cuore mi balzò in gola, tanto bello era l’effetto del “francobollo” creato artigianalmente, in proprio, un pezzo unico, vidimato dal timbro dell’ufficio postale che ne certificava esistenza legale e funzione pubblica assolta.
Ma non ho contraffatto una cartavalore: l’ho solo sostituita con una più confacente le mie esigenze estetiche personali, pagando puntualmente il prezzo pattuito per la consegna del documento attraverso l’acquisto di altro francobollo, però bruttino, che conservo nel cassetto, annullato e non riutilizzabile.
Ma chi si stampa in casa bitcoint o litecoin, namecoin, peercoin, primecoin, ripple, si premura di conservare ed annullare il controvalore dell’importo immesso nel marcato virtuale?
Non credo proprio. Questo è l’aspetto più eclatante del reato.